Le fiere, i momenti di svago e di pausa dal quotidiano, sono state per secoli occasione di incontro con ciarlatani, sedicenti medici, saltimbanchi e giocolieri che offrivano i propri spettacoli o servizi a chi aveva fiducia e voglia di provarli. Erano spesso appuntamenti attesi per risolvere problemi da cui non si riusciva a uscire con metodi tradizionali, e che portava gli interessati ad affidarsi alla magia o a fantasiosi ritrovati che abili imbonitori spacciavano per miracolosi. Il tutto si svolgeva nelle piazze, dove veniva offerto un genere di spettacolo occasionale, ricco di invenzioni e cialtronerie, in cui il pubblico viene sommerso da richiami, attrazioni, lusinghe e meraviglie, un mondo di spettacoli di ogni tipo.
La fine dell’Ottocento vede invece la nascita del fenomeno delle fiere industriali, il cui fine era quello di presentare al pubblico i nuovi ritrovati tecnologici, intrattenendo al contempo anche i visitatori. Ecco quindi che, accanto alle attrazioni fantastiche degli ambulanti, fanno la loro comparsa giochi meccanici, altalene, giostre. Avviene così che la fiera, che fino a quel momento aveva offerto un divertimento basato esclusivamente sulla fantasia o sulle doti fisiche e intellettuali dell’uomo, lascia gradualmente spazio alle macchine. Con l’introduzione dei parchi divertimento, cambia anche il ruolo del pubblico, non più spettatore passivo, ma parte attiva dell’attrazione stessa.
Ottovolanti, ruote panoramiche, autoscontri, giostre per bambini, tiri a segno e rotonde a premi: con questa miscela di giochi adatti a tutte le età si crea una manifestazione, comunemente definita Luna Park. Il nome, deriva dal parco divertimenti di Coney Island (una penisola e un quartiere situato nella zona meridionale della circoscrizione di Brooklyn a New York negli Stati Uniti d’America) inaugurato il 16 maggio 1903 ma, andiamo per ordine: nonostante “luna” sia una parola italiana, l’origine del nome luna park che identifica un parco divertimenti è americana. Nel 1901 a Buffalo durante l’esposizione Pan Americana venne presentata un’attrazione chiamata “A trip to the moon” (un viaggio verso la luna), una finta navicella che portava sulla luna. I creatori di questa attrazione (Frederic Thompson e Elmer “Skip” Dundy) decisero di chiamare questa navicella Luna (dal nome latino di “moon”) ispirandosi al nome della sorella di Skip Dundy che si chiamava appunto Luna. Questa attrazione fu poi portata poi a Coney Island nel parco divertimenti a cui venne dato appunto il nome dell’attrazione “Luna”; da qui il nome Luna Park diventato poi sinonimo dei parchi giochi in tutto il mondo.