Ricci di mare o Echinidi: pochi sanno che proprio gli aculei sono, sotto un certo aspetto, il loro organo di locomozione. Infatti, quelli che sono volti verso il fondo su cui l’animale poggia, flettendosi insieme in una direzione, fanno avanzare l’animale nella direzione contraria con un movimento in cui gli aculei finiscono col funzionare come tante piccole zampe. Oltre agli aculei, organo della locomozione sono pure i pedicelli ambulacrali che, attaccandosi con le loro ventose e allungandosi e scorciandosi, servono a far camminare l’echinoide, specie sulle pareti inclinate o verticali, e a reggerlo attaccato agli scogli quando è fermo.
In quasi tutti gli Echinoidi, inoltre, la bocca è armata d’uno speciale apparato triturante, detto lanterna di Aristotele, che ha un notevole sviluppo e sporge nell’interno della cavità del corpo. I principali costituenti della lanterna sono cinque denti che sporgono all’ingresso dell’apertura boccale; a questi cinque denti si associa un complicato sistema di pezzi calcarei che funzionano da leve e muscoli che li muovono.
La collana ricci di mare è un pezzo unico, realizzato in argento dorato con oro rosa, ricci di mare e corallo bambù. Quest’ultimo, è una pianta subacquea, molto simile al bambù da cui prende il nome, che una volta essiccata e lucidata assume caratteristiche di colore e consistenza del tutto simili al corallo animale. In origine il corallo bambù esiste solo bianco, viene per tanto colorato per avere il classico colore rosso, spesso lo si può trovare anche nella variante rosa. Il nome “corallo bambù” non è assolutamente improprio ne deve essere considerato un’imitazione, è pur sempre un coralloide solo che ha origine vegetale.
Anticamente dagli abitanti del Mediterraneo il corallo veniva considerato un dono degli dei, lo vedevano come l’essenza vitale della Dea Madre. Plinio, autore latino, affermava che il corallo fosse una radice sottomarina che si pietrificava al contatto con l’aria; descrizione errata per il corallo animale, ma piuttosto veritiera per il corallo bambù. Anche i popoli nordici lo legavano alle divinità, mentre una credenza indù lo identifica come potente amuleto per i vivi, essendo il mare suo luogo di origine dove vanno le anime dei defunti.
Nelle isole del Pacifico si una depositare un rametto di corallo sopra le tombe per proteggere i defunti. Sia i Romani che nel Medioevo lo si considerava appartenente al mondo vegetale marino e per tanto particolarmente potente perché capace di creare “pietre vive”. Solo nel 1726 il corallo fu finalmente identificato come origine animale relegando il solo corallo bambù al mondo vegetale.