Una collana di cui sentirete parlare ancora molto. Un gioiello di Giovanni Raspini che è soprattutto un gesto concettuale e una provocazione contro il lusso fine a se stesso. Parliamo della Collana spaghetti allo scoglio, il pezzo unico creato dall’argentiere toscano e realizzato – pensate un po’ – in argento dorato, conchiglie del mar Adriatico (vongole, pettini, cozze, ostriche, cannolicchi) e quarzo cherry. Una collana che nasce durante una gioiosa cena di pesce, in amicizia, con quel clima di leggerezza conviviale che è sempre estremamente creativo.
“A questo gioiello”, ci dice Giovanni Raspini, “pensavo già da molto tempo. Proprio ora sto progettando delle creazioni davvero particolari, eccentriche, fantasmagoriche, con accostamenti che parrebbero improbabili e mix di materiali non convenzionali. Nella Collana spaghetti allo scoglio, ad esempio, la sperimentazione e il senso di meraviglia nasce dal fatto che naturalia poverissimi come i gusci delle conchiglie del mar Adriatico – di solito destinati al bidone della spazzatura – divengano sontuoso decoro d’un gioiello contemporaneo. Lo scarto del pasto si fa prezioso, invertendo magicamente il proprio destino. C’è una trasposizione di significato (lo stesso che potevano assumere due ciliegie mature poste all’orecchio della contadinella in un dipinto ottocentesco) e un rinnovamento del valore intrinseco dei gusci, bellissimi nei loro perfetti volumi naturali. Un gioiello fortemente concettuale, che gli inserimenti di sferette in quarzo cherry rosso scuro rendono ancora più intrigante”.
La collana nasce dal desiderio di stupire, di far riflettere sul significato del concetto prezioso/non prezioso, sia chi conosce Giovanni Raspini e ama il suo lavoro, sia tutti coloro che sapranno di lui grazie a questa provocazione. Il designer toscano è sempre affascinato quando le cose, gli oggetti, le opere d’arte sono mostrate all’insegna dello stupore e della soggettività emozionale. D’altra parte dobbiamo tener ben presente che parliamo di gioielli, e nella fattispecie di una collana, quindi del manufatto prezioso meno intimo, maggiormente proiettato verso gli altri. Un gioiello “sociale”, che incornicia e dà luce al volto, consentendo un dialogo visuale col mondo circostante.
“Con la Collana spaghetti allo scoglio”, racconta ancora Giovanni Raspini, “ho cercato l’omogeneità nella disomogeneità: elementi incongrui riportati ad essere gioiello armonioso. Solitamente lavoriamo ai gioielli per le nostre collezioni stagionali, per il catalogo: un mondo di creazioni che debbono essere contemporanee, riproducibili, ricche di appeal, insomma perfette e “ingegnerizzate”. La collana coi gusci è invece un pezzo unico, costruito attorno ai materiali di scarto, inventato mentre stavamo piacevolmente gustando con gli amici le specialità marinare del ristorante L’amo in Valdichiana. Noi della Giovanni Raspini abbiamo una doppia anima di cui siamo orgogliosi. Allo stesso tempo vogliamo stupire e compiacere il nostro pubblico, volare alto, ma anche cogliere i frutti a portata di mano – ovvero l’ideale che dialoga col reale commerciale – percorrendo un doppio binario creativo con entusiasmo ed operosità. Dice l’artista barocco Giovan Battista Marino che <<è del poeta il fin la meraviglia>>. Desideriamo le sue stesse emozioni”, termina Giovanni Raspini, “cercando con questa collana di cambiare, attraverso la nostra “mediazione” artigianale, il destino a cose ed oggetti, regalandogli valore, luce e passione. Nuova vita, nuova eleganza e un mondo di bellezza che si rinnova di continuo”.